L'estasi dell'artista

di Marika Nesi

La pioggia eterna

“Non può piovere per sempre”. Continuavo a portare indietro il vecchio nastro (ero una delle poche a possedere ancora un videoregistratore!), osservando indolente Brandon Lee che, con voce profonda e sguardo immenso, meditava rivalsa contro un destino cruento.

Che non potesse piovere per sempre lo speravo anch'io, negli sprazzi di ottimismo, durante quel giugno immancabilmente piovoso. E tuttavia, il mal de vivre aveva ineluttabilmente la meglio; e la pioggia non accennava a cessare.

L'aria umidiccia attaccava il lerciume dello smog ai vetri delle finestre, creando una coltre che mi impediva di guardare cosa ci fosse, oltre quei vetri; tuttavia, tutto sommato, non ero certa di voler sapere cosa ci fosse là fuori: immaginavo solo che il tempo fosse meno dilatato; e che, se fossi stata in grado di raggiungerlo, avremmo volteggiato assieme, fra le nuvole gonfie d'acqua.

Pallina miagolò severa, conficcandomi addosso i suoi occhi grandi. e fissando il plaid marrone, che mi proteggeva dalla vita. Non aveva cibo ormai da giorni, e tuttavia non provvedevo certo al suo sostentamento, incapace com’ero di trascinarmi al di là del mio angolo, se non per una Marlboro o qualche fazzoletto.

Finché, all'improvviso, un raggio di sole irruppe inaspettato fra i fori larghi della persiana marrone, colpendomi nello sguardo che si schiuse su se stesso, come se mai, prima di allora, fosse esistita la luce. Riportai il nastro indietro e Brandon Lee affermò, ancora una volta, che no: non può piovere per sempre. E, nel ricordare che, alla fine della storia, l'Eroe avrebbe vendicato la sua bella, sorrisi di speranza.

Fu in quell’istante che decisi di abbandonare l’angolo. Di spalancare le finestre, nutrire il gatto. Avrei sfilato di dosso il plaid marrone, per indossare i colori fulgenti dell'arcobaleno, quelli che il sole riflette sulle pozzanghere, dopo un temporale!

Ma non subito. Non finchè quel bagliore, che già svaniva, fosse cessato del tutto.